L’idea di creare un umanoide, un’intelligenza artificiale che simuli i comportamenti umani, è un filo conduttore che attraversa tutta la storia dell’umanità.
Questa idea ha fornito alla società una enorme quantità di storie e miti e ispirato artisti e inventori di diverse epoche.
Già nell’antichità questo tema era presente nelle narrazioni mitologiche, anche in ragione della sua prossimità al concetto della creazione. Il dio Greco Efesto – Vulcano per i Romani – fabbro di dei ed eroi, non essendo socievole e benvoluto quanto Babbo Natale, doveva costruire con le proprie mani i suoi stessi aiutanti, mentre Dedalo andò oltre, utilizzando l’argento vivo per donare alle proprie statue la capacità di muoversi e parlare (poi ci si lamenta quando i figli puntano troppo in alto!). Pare, inoltre, che l’idea degli umanoidi non appartenesse solo ai Greci, ma che trovasse dei competitor anche nel mondo arabo, tra gli inuit e tra i Cinesi, che si dimostrano come sempre all’avanguardia.
Avvicinandoci ai nostri tempi, emblematico è l’esempio di Victor Frankenstein e della sua creatura, che non esegue semplicemente gli ordini del suo creatore, al contrario…
SPOILER ALERT!
…prende coscienza del proprio stato e gli si ritorce contro.
La creatura è furba, apprende, nutre sentimenti di vendetta, e prova solitudine e rabbia. Rappresenta un eccellente prototipo da un lato dei robot come vengono oggi concepiti e progettati da un punto di vista tecnico, dall’altro di come sono state in gran parte immaginate le intelligenze artificiali nelle arti e nella fantascienza.
Basti pensare ad HAL 9000 di 2001: Odissea nello spazio, a Roy Batty di Blade Runner o alla Samantha di Lei (Her): macchine dall’atteggiamento più o meno antropomorfo, comprendenti quindi anche errori, debolezze e cattiverie…
E a proposito della cattiveria degli androidi e della loro irrefrenabile voglia, più o meno giustificabile, di farci tutti fuori o renderci schiavi, risulta difficile comprendere il motivo per cui entità così intelligenti ed onniscienti dovrebbero punirci tutti per l’errore di qualcuno, o magari solo per diletto… Sediamoci e parliamone con calma, Agente Smith. Gradisce un caffè?
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